Il primo governo Mussolini, al quale partecipano anche ministri liberali, ottenne il voto di fiducia di un ampio fronte parlamentare che andò dalla maggioranza dei liberali al partito popolare (306 voti favorevoli e 116 contrari). Utilizzando i poteri costituzionali, tra il 1922 e il 1925, Mussolini svolse un sistematico processo di fascistizzazione dello Stato, delle sue strutture e del suo ordinamento, gettando le basi della dittatura: rafforzamento del potere esecutivo, indebolimento delle prerogative del Parlamento, integrazione delle strutture militari e politiche fasciste nell’apparato statale, riduzione del pluralismo politico per imporre il partito unico, eliminazione delle libertà costituzionali come quelle di stampa, di associazione e di sciopero. Nel 1922 nacque il Gran Consiglio del fascismo e l’anno seguente lo squadrismo venne istituzionalizzato nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, con il doppio scopo da parte di Mussolini di potersene servire contro i nemici politici ed esercitare un controllo diretto sul braccio armato del suo stesso movimento. Sempre nel 1923, venne approvata una nuova legge elettorale, la legge Acerbo, che elimina di fatto il sistema proporzionale fissando un premio di maggioranza pari ai 2/3 dei seggi per la lista che ottiene più del 25%.
Le elezioni dell’aprile 1924 si svolsero in un clima di terrore e di violenza. Le opposizioni non riuscirono ad offrire una alternativa valida al "listone" fascista - cui aderirono anche la maggior parte dei liberali, escluso Giolitti - che conquistò 403 seggi contro i 106 delle opposizioni. Poco dopo però il fascismo si trovò a dover affrontare una gravissima crisi. In seguito al rapimento e all’uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti, che all’apertura della nuova Camera aveva denunciato le illegalità e le violenze della campagna elettorale, nel paese si diffuse una ondata di proteste e indignazione. Le forze d’opposizione, dai liberali di Amendola, ai socialisti, ai comunisti, abbandonarono il Parlamento e si ritirarono sull'Aventino. Il progetto di convincere il re a liquidare Musolini e indire nuove elezioni ripristinando la proporzionale fallì.
Il 3 gennaio 1924 Mussolini alla Camera dichiarò la responsabilità politica, morale e storica dell'avvenuto.
Intanto la violenza contro gli oppositori si scatenava ancora una volta in modo selvaggio.
Vennero poi istituite le leggi fascistissime, note anche come leggi eccezionali del fascismo, adottate tra il 1925 e il '26, sono gli atti giuridici che iniziarono la trasformazione di fatto dell'ordinamento del Regno d'Italia nel regime fascista, ossia in uno Stato autoritario dalla forte componente ideologica, di tipo nazionalista, centralista, statalista, corporativista, socialista in senso lato ed imperialista.
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