martedì 1 aprile 2008

Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /1: Le forze in campo all'inizio della guerra.


L’Italia entra in guerra il 10 giugno 1940. Diamo uno sguardo alle forze contrapposte allo scoppio delle ostilità:



Il governatore della colonia di Libia, comandante del teatro delle operazioni, è il maresciallo Italo Balbo (in seguito alla sua morte, avvenuta il 28 Giugno quando il suo aereo da ricognizione fu abbattuto per errore della contraerea italiana, gli succederà il maresciallo Graziani). Egli ha sotto il proprio comando quasi 250.000 uomini: nove divisioni di fanteria, ciascuna di circa 13.000 uomini, tre divisioni di camicie nere e due divisioni libiche, ciascuna di circa 8.000 uomini, aliquote di truppe suppletive d'armata e di corpo d'armata e varie altre unità libiche e di guardie alla frontiera. Questa vasta forza era divisa, alle dipendenze del comando superiore dell'Africa Settentrionale, in due armate: la 10ª, in Cirenaica, comandato dal generale Berti, composta dal XXI° e XXII° corpo d'armata, ciascuno di due divisioni, e da un "gruppo" di due divisioni libiche; la 5ª armata, in Tripolitania, che raccoglieva il resto delle forze. Lo schieramento era dettato dal rischio di dover sostenere una guerra su due fronti, quello orientale contro gli inglesi e quello occidentale contro i francesi; la rapida capitolazione della Francia farà svanire questo rischio, permettendo di rinforzare la 10ª armata con unità della 5ª. Queste forze così numericamente ingenti, soprattutto se raffrontate alla quantità di truppe che potevano opporre gli Inglesi, erano però drammaticamente carenti: mancavano di un armamento moderno, di un adeguato numero di mezzi di trasporto, di carri armati medi, di artiglieria antiaerea e anticarro, di aviazione. I comandanti italiani erano peraltro del tutto coscienti di questa situazione e rimandorono l’inizio dell’offensiva finché poterono in attesa di nuovi mezzi.



Gli Inglesi dal canto loro potevano schierare forze meglio addestrate ed armate ma numericamente molto ridotte: il generale Wavell, comandante delle forze inglesi del Medio Oriente, poteva contare nella sua gigantesca giurisdizione non più di 86.000 uomini di cui solo 36.000 in Egitto a corto di equipaggiamento, nello specifico la 7ª divisione corazzata, comandata dal maggior generale O'Moore Creagh, che in due delle brigate aveva due reggimenti carri invece di tre, mente la 4ª divisione indiana, comandata dal maggior generale Noel Beresford Peirse era composta di due sole brigate, e il reggimento da ricognizione e i reparti d'artiglieria erano largamente al di sotto della forza organica; infine la divisione neozelandese, comandata dal maggior generale Bernard Freyberg, costituita da una brigata di fanteria, un reggimento di cavalleria meno uno squadrone, un battaglione mitraglieri e un reggimento di artiglieria da campagna. Vi erano inoltre 14 battaglioni di fanteria britannici e due reggimenti di artiglieria. Queste unità andarono a formare la Western Desert Force sotto il comando del Maggior Generale Richard O’Connor, schierata al confine libico per difendere l’Egitto dall’invasione italiana. Fin dall’Agosto del ’40 vengono però inviati rinforzi in materiali.






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