martedì 1 aprile 2008

La campagna di Tunisia /10: la vittoria alleata

Lungo la strada per Tunisi, nella valle del Mejerda, sorge un colle roccioso che era
stato circondato da ampie trincee e campi minati. Gli Alleati lo chiamarono "Longstop". Il 23 aprile Alexander lanciò all'attacco la 78a Divisione corazzata che, grazie al sostegno dell'artiglieria, riuscì a giungere in cima. L'urto degli Alleati divenne insostenibile: a Mateur attaccarono gli Americani, nella valle del Mejerda e a Enfidaville gli Inglesi mentre a Pont du Fahs i Francesi. Tra il 5 e 6 maggio la situazione precipitò: il solito devastante attacco delle artiglierie si concentrò su un tratto di appena 3 km nella regione del Medjer el Bab, le linee tedesche crollarono e dal varco i carri della V e VI Divisione corazzata invasero l'interno come un fiume in piena. Il 7 maggio fu conquistata Tunisi. Le truppe dell'Asse intanto cedettero sia a ovest che a est della valle del Mejerda. Da Tunisi, la VII Divisione corazzata si gettò all'inseguimento della XV Panzer Division fino a Biserta. A Pont du Fahs anche i Francesi sfondarono, mentre a combattere rimase solo l'VIII Armata sulla costa di Enfidavile. Il grosso delle truppe di von Armin quindi affluì a Capo Bon per organizzare l'ultima difesa. La battaglia iniziò il 9 maggio. Il giorno 11, dopo una spettacolare azione della VI Divisione che riuscì a separare i vari contingenti in molte sacche di resistenza, la battaglia si avviò all'epilogo. I reparti italiani, V e X bersaglieri e il battaglione Befile della San Marco, aggregati alla V Armata tedesca continuarono a combattere fino all'esaurimento della munizioni.Il generale Messe si arrese solamente all'VIII Armata. Se i suoi uomini fossero caduti nelle mani delle truppe francesi il loro destino sarebbe stato segnato. Fu lo stesso Mussolini ad invitare il generale ad arrendersi, con un comunicato telegrafico del 12 maggio che recitava: «Poiché gli scopi della resistenza possono considerarsi raggiunti, lascio V.E. libera accettare onorevole resa. A voi e agli eroici superstiti della Prima Armata rinnovo il mio ammirato vivissimo elogio». Messe fu nominato Maresciallo d'Italia.Alle 12,30 del giorno seguente, dopo aver distrutto tutte le armi pesanti, le ostilità cessarono. Riportiamo quanto scritto nel bollettino di guerra italiano numero 1083 del 13 maggio 1943: «La I armata italiana, cui è toccato l'onore dell'ultima resistenza dell'Asse in terra d'Africa, ha cessato per ordine del Duce il combattimento.». La campagna di Tunisia poteva dirsi conclusa: negli ultimi mesi di guerra su questo fronte le truppe dell'Asse persero circa 300.000 uomini, nonché la possibilità di opporre una valida resistenza allo sbarco alleato in terra di Sicilia.

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