
Dopo lo sbarco alleato il primo obiettivo delle truppe anglo-americane, supportate da quelle francesi, fu la conquista dei nodi strategici di Tunisi e Biserta. Avviata dal porto di Bugia, situato tra Algeri e Bona, l'azione fu ben presto ridimensionata sia dalla scarsa collaborazione delle truppe francesi, sia dalla mancanza di coordinamento tra i vari reparti ancora poco esperti. Questa timida offensiva fu sostanzialmente favorita dall'atteggiamento remissivo che il generale Nehring decise di adottare. Ma le vibrate proteste del feldmaresciallo Kesselring portarono all'attacco tedesco del 1 dicembre, sferrato grazie anche ai nuovi carri armati appena giunti dalla Germania. Occorre sottolineare che Hitler decise di inviare in un primo tempo i nuovi Panzer IV armati con un cannone da 75 mm e in seguito un'arma ancora in fase di studio: i carri modello Tigre, dotati di cannone da 88 mm e con un peso di 56 tonnellate. Furono i Tedeschi, quindi, ad assumere l'iniziativa obbligando le inesperte truppe alleate a retrocedere, perdendo sempre più terreno e posizioni. Con l'arrivo di von Armin la situazione per gli Alleati degenerò al punto che (anche a causa del maltempo) l'offensiva prevista da Anderson si impantanò, permettendo alle truppe tedesche di rioccupare, entro il giorno di Natale, le precedenti posizioni e di bloccare la corsa verso Tunisi. L'idea di intrappolare Rommel tra l'VIII Armata inglese e la I Armata di Tunisia fu per il momento abbandonata. All'apparenza la mancata conquista di Tunisi fu una sconfitta, in realtà si rivelerà la più grande vittoria su questo fronte per le truppe anglo-americane: in caso di immediata riuscita dei piani, sia Hitler che Mussolini avrebbero dovuto abbandonare l'Africa e ritirare gran parte degli uomini in Sicilia, rendendo così "quasi impossibile" l'ingresso in Europa. In questo situazione furono invece inviati numerosissimi rinforzi che si troveranno a dover fronteggiare un nemico che con il passare del tempo stava acquisendo esperienza e, soprattutto, consapevolezza della propria schiacciante superiorità tecnica.
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