Il 31 agosto Rommel da il via all’offensiva, ma fin dall’inizio le cose vanno male: i campi minati sono eccessivamente densi e la quantità di terreno percorso è un terzo di quella prevista nel piano originale. Inoltre i tedeschi devono fare i conti per la prima volta con il cielo nettamente in mani nemiche: la Desert Air Force martella senza pietà le formazioni italo-tedesche infliggendo gravi perdite anche nel corpo degli ufficiali superiori. Il piano, una riedizione di quello di Gazala, non trova compimento sia per la tenace resistenza offerta dagli Inglesi sia per la tremenda ristrettezza di carburante che impedisce alle forze corazzate tedesche di effettuare qualsiasi tentativo di aggiramento, portando per forza di cose a tentare attacchi frontali che si rivelano infruttuosi e causano perdite elevate. Il 3 settembre Rommel è costretto a ordinarela ritirata sulle linee di partenza per scarsità di riserve di carburante e munizioni. Montgomery tenta un limitato contrattacco nei confronti degli avversari in ritirata che viene però respinto sanguinosamente e rinuncia a tentare una controffensiva su più vasta scala in attesa dell’importante convoglio in arrivo in Egitto. Il 5 settembre quindi la battaglia di Alam Halfa si conclude con un nulla di fatto.
I tedeschi hanno mancato di mettere a segno il colpo decisivo: ora la loro condizione diventa man mano più critica.
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