venerdì 4 aprile 2008
Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /9: La fine dell'operazione "Crusader".
Rendendosi conto che le sue scorrerie non avevano indotto gli inglesi ad abbandonare l'idea di liberare Tobruk dall'assedio, la mattina del 28 novembre Rommel sposta nuovamente verso ovest, lungo il Trig Capuzzo e a sud di esso, ambedue le Panzerdivisionen e la divisione " Ariete ". Quella sera gli Inglesi riescono a rompere per un breve tratto l’assedio a Tobruk. Tra il 29 e il 1° dicembre intorno alla città si svolgono combattimenti furiosi; alla fine gli Inglesi sono costretti a ritirarsi per riorganizzare le forze e i tedeschi riescono a chiudere il buco. A questo punto gli Inglesi cominciano ad ammassarsi a Bir El Gobi per sferrare un’offensiva a Nord mentre tutti i tentavi di Rommel di impedire questo concentramento e di ristabilire i contatti con le guarnigioni a oriente vengono vanificati. Alla fine, a causa anche della scarsità delle riserve di carburante e munizioni, Rommel decide che l’unica possibilità di uscire da quella situazione senza subire perdite troppo gravi è la ritirata, che comincia la mattina del 7 dicembre. Il generale tedesco intende ripiegare poco più a Sud-Ovest, su Ain el Gazala dove c’erano linee fortificate preparate in precedenza ma deve andare incontro alle rimostranze dell’alto comando italiano che non vede di buon occhio l’abbandono dell’assedio di Tobruk e la prospettiva di una futura ulteriore ritirata. Intanto il 9 Ritchie riorganizza il proprio comando affidando a Godwin Austen la direzione di tutte le future operazioni per la riconquista della Cirenaica; nello stesso tempo, il comando del XXX corpo d'armata viene trasferito nelle retrovie per occuparsi della completa eliminazione delle guarnigioni tedesche di frontiera. Il 15 Godwin Austen impegna le forze italo-tedesche tentando di aggirarne le posizioni ma l’offensiva viene temporaneamente fermata. L’esercito tedesco, ormai a corto di carburante e munizioni e logorato da un mese di combattimenti, deve necessariamente ritirarsi per evitare l’accerchiamento e la distruzione; nella notte fra il 16 e il 17 comincia quindi la ritirata verso Agedabia e El Agheila, una ritirata che coglie gli Inglesi di sorpresa e ne rende difficoltoso l’inseguimento. Alcuni tentativi da parte di loro di agganciare e aggirare le forze dell’Asse vengono costantemente respinti; fino al 6 gennaio 1942, la storia della campagna, non è che un susseguirsi di sforzi condotti dal XIII° corpo d'armata per isolare il nemico e di repliche da parte di Rommel. Repliche tanto efficaci, che entro quella data Rommel era riuscito a concentrare tutte le sue forze dietro le forti posizioni comprese tra Marsa el Brega e Alem el Mgaad. A oriente intanto resistono ancora due presidi italo-tedeschi: uno a Bardia, della forza di 8.800 uomini tra fanti italiani e truppe tedesche adibite a servizi logistici, comandata dal maggiore generale tedesco Schmitt; l'altro a Sollum Halfaya, formato da 6.300 combattenti tedeschi ed italiani comandato dal generale di brigata De Giorgi. Ambedue i presidi erano a corto di rifornimenti, e soprattutto di acqua, che i convogli marittimi non potevano evidentemente trasportare; entrambi, bloccando le strade provenienti dall'Egitto, contribuivano ad ostacolare l'afflusso dei rifornimenti alle truppe inglesi. Esse dovevano quindi essere eliminate. E il tenente generale Norrie, comandante del XXX° corpo d'armata li costringe alla resa, l’uno il 2 gennaio 1942, l’altro il 17, dopo averli presi d’assalto. A inizio anno le posizioni sono quindi tornate ad essere quelle di un anno prima: la Cirenaica è perduta ancora una volta. Ma stavolta la replica di Rommel non si farà attendere.
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