Le operazioni di spostamento richiedono alcuni giorni e l’attacco inglese può essere ripreso solo il 2 novembre, con una preparazione di artiglieria ancora più intensa accompagnata da bombardamenti aerei. La battaglia infuria per tutta la giornata e i tedeschi riescono ancora a contenere l’avanzata inglese ma ormai le unità sono allo stremo delle forze: alla sera del 2 a Rommel non sono rimasti che 32 carri ancora operativi per far fronte all’attacco di tre divisioni corazzate. Bisognerebbe dare l’ordine di ritirata, ma dinanzi alla richiesta di Rommel Hitler è tassativo: non un passo indietro! Bisogna offrire alle truppe una sola alternativa: vittoria o morte! Gli ordini di ritirata non partono.
Alla mattina del 4 novembre l’attacco inglese si scatena in tutta la sua violenza: le truppe dell’Asse man mano cedono su tutto il fronte. A Sud il XXI° Corpo d’Armata italiano si disperde, pur contando esempi di resistenza eroica come nel caso della Folgore o del 7° Bersaglieri; al centro l’Ariete e la Littorio si oppongono strenuamente al nemico e vengono annientate. Anche la Trieste viene sopraffatta, così come la 15° Panzerdivision. I resti della 164° Infanteriedivision vengono accerchiati. Finalmente, su insistenza di Kesserling, Hitler concede carta bianca a Rommel; il 6 novembre comincia la ritirata. Chi ha un mezzo di trasporto si allontana, chi è appiedato (come le truppe italiane) viene fatto prigioniero.
Lo scacco subito dalle forze dell’Asse è pesante: 25.000 tra morti e feriti e 30.000 prigionieri. D’altronde la ritirata si può svolgere senza ulteriori difficoltà perché Montgomery non si lascia prendere la mano dall’inseguimento: egli procede metodicamente all’occupazione del territorio che gli viene abbandonato per non incorrerre in uno dei famosi voltafaccia di Rommel di cui erano già rimasti vittime O’Connor e Ritchie, perdendo così la posizione di vantaggio acquisita. Ma stavolta la ritirata di Rommel è più drammatica delle altre volte: le divisioni dell’AfrikaKorps (15° e 21° Panzerdivisionen, 90° Leichtdivision e 164° Infanteriedivision) esistono ancora ma sono ridotte a un terzo degli effettivi; le forze italiane sono praticamente annientate. Rommel è costretto ad abbandonare la Cirenaica e ad arretrare prima sulla posizione di Marsa-Brega, poi su quella Buerat El-Hsun che copre Tripoli, dove sono arrivati nuovi rinforzi italiani, mentre un nuovo fronte si è andato costituendo in Tunisia: l’8 novembre infatti gli Americani sono sbarcati nel Nord Africa francese: è cominciata l’operazione “Torch”.
mercoledì 9 aprile 2008
Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /16: La battaglia di El - Alamein: prima fase.
Nuovi rinforzi arrivano a rimpolpare le linee inglesi: la 51° Divisione di fanteria Highlanders, la Brigata greca, la 2° Divisione neozelandese e la 9° Divisione australiana. Il piano di Montgomery è semplice: per sfondare il fronte tedesco si dovrà dar vita a una classica battaglia d’usura, facendo leva sul fatto che gli inglesi potevano vantare una superiorità di 2 a 1 in fatto di uomini, carri e artiglieria. Le manovre d’ala come si erano viste fino a quel momento non potevano essere attuate data la conformazione del fronte, che si appoggiava ai lati a ostacoli insormontabili (il mare e la depressione di El – Qattara). Bisognava distruggere le formazioni nemiche in un combattimento frontale e poi aprire una breccia che si sarebbe dovuta sfruttare coi consueti metodi della guerra nel deserto. La data d’inizio dipende dalla luna piena; per questo viene fissata al 23 ottobre. Nel frattempo Montgomery confonde le idee del nemico usando contro di lui i suoi stessi trucchi: falsi carri e carri veri camuffati, costruzione a Sud di un finto oleodotto, spostamenti notturni, ecc.
Finalmente arriva la data fatidica. Il combattimento inizia alle 9 di sera con un violento fuoco di sbarramento da parte dell’artiglieria. A mezzanotte si mettono in marcia le truppe: le posizioni di avamposto vengono sopraffatte ma bisogna aprire dei varchi nei grandi campi minati. Al mattino però l’operazione non era conclusa; le operazioni alleate a sud e a nord non avevano ottenuto che scarsi ridultati e si preferì ripetere la preparazione d’artiglieria. Il 24 ottobre Rommel, che era in Austria per motivi di salute, appresa la notizia dell’attacco fa ritorno al fronte, dove arriva il 25. Egli si rende subito conto che l’unica soluzione praticabile sarebbe sganciarsi, sottrarsi a questa spaventosa preponderanza nemica contrapponendo la manovra e l’abilità al numero; ma le riserve di carburante sono talmente scarse che bastano appena alle operazioni tattiche indispensabili. Egli deve quindi subire l’iniziativa di Montgomery. Il fronte italo-tedesco è sotto attacco costante ma nonostante tutto gli attacchi nemici sono rintuzzati, sebbene a costo di grandi perdite soprattutto per quanto riguarda i carrarmati. Al 27 di ottobre il fronte regge ancora; a questo punto Montgomery decide di riorganizzare le sue forze per portare un nuovo attacco.
Finalmente arriva la data fatidica. Il combattimento inizia alle 9 di sera con un violento fuoco di sbarramento da parte dell’artiglieria. A mezzanotte si mettono in marcia le truppe: le posizioni di avamposto vengono sopraffatte ma bisogna aprire dei varchi nei grandi campi minati. Al mattino però l’operazione non era conclusa; le operazioni alleate a sud e a nord non avevano ottenuto che scarsi ridultati e si preferì ripetere la preparazione d’artiglieria. Il 24 ottobre Rommel, che era in Austria per motivi di salute, appresa la notizia dell’attacco fa ritorno al fronte, dove arriva il 25. Egli si rende subito conto che l’unica soluzione praticabile sarebbe sganciarsi, sottrarsi a questa spaventosa preponderanza nemica contrapponendo la manovra e l’abilità al numero; ma le riserve di carburante sono talmente scarse che bastano appena alle operazioni tattiche indispensabili. Egli deve quindi subire l’iniziativa di Montgomery. Il fronte italo-tedesco è sotto attacco costante ma nonostante tutto gli attacchi nemici sono rintuzzati, sebbene a costo di grandi perdite soprattutto per quanto riguarda i carrarmati. Al 27 di ottobre il fronte regge ancora; a questo punto Montgomery decide di riorganizzare le sue forze per portare un nuovo attacco.
Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /15: L'ultimo tentativo tedesco di sfondare il fronte inglese: la battaglia di Alam Halfa.
Il 31 agosto Rommel da il via all’offensiva, ma fin dall’inizio le cose vanno male: i campi minati sono eccessivamente densi e la quantità di terreno percorso è un terzo di quella prevista nel piano originale. Inoltre i tedeschi devono fare i conti per la prima volta con il cielo nettamente in mani nemiche: la Desert Air Force martella senza pietà le formazioni italo-tedesche infliggendo gravi perdite anche nel corpo degli ufficiali superiori. Il piano, una riedizione di quello di Gazala, non trova compimento sia per la tenace resistenza offerta dagli Inglesi sia per la tremenda ristrettezza di carburante che impedisce alle forze corazzate tedesche di effettuare qualsiasi tentativo di aggiramento, portando per forza di cose a tentare attacchi frontali che si rivelano infruttuosi e causano perdite elevate. Il 3 settembre Rommel è costretto a ordinarela ritirata sulle linee di partenza per scarsità di riserve di carburante e munizioni. Montgomery tenta un limitato contrattacco nei confronti degli avversari in ritirata che viene però respinto sanguinosamente e rinuncia a tentare una controffensiva su più vasta scala in attesa dell’importante convoglio in arrivo in Egitto. Il 5 settembre quindi la battaglia di Alam Halfa si conclude con un nulla di fatto.
I tedeschi hanno mancato di mettere a segno il colpo decisivo: ora la loro condizione diventa man mano più critica.
I tedeschi hanno mancato di mettere a segno il colpo decisivo: ora la loro condizione diventa man mano più critica.
Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /14: Cambio al vertice per gli Inglesi.
Per i contendenti è arrivato il momento di riorganizzarsi e di accumulare rinforzi per lo sforzo successivo. Rommel decide di attestarsi momentaneamente in difesa della linea raggiunta e oltre a rimpinguare i suoi reparti riceve di rinforzo tutti quei contingenti che erano stati destinati alla conquista di Malta: la 164° Divisione di fanteria tedesca, la divisione di paracadutisti “Folgore”, il 7° e il 9° Reggimento Bersaglieri e la Divisione Corazzata “Littorio” oltre a rinforzi d’artiglieria. Le linee di collegamento continuano ad essere lunghe e insicure e il numero di convogli partiti dall’Italia che riescono a raggiungere l’Africa con i rifornimenti è sempre eccessivamente basso. Gli Inglesi, che non hanno problemi con le linee di rifornimento, continuano a ricevere sempre nuove forze: il XXX° Corpo d’Armata può contare ora anche sulla 9° Divisione australiana, la 5° Divisione Indiana e la 23° Brigata Corazzata mentre il XIII° Corpo è rinforzato dalla 44° Divisione e dalla 10° Divisione Corazzata.
Auchinleck prova a più riprese durante il mese di luglio (10, 14, 21, 27) a scacciare Rommel dalle sue posizioni ma non ottiene alcun risultato; l’8° Armata si ritira il 31 luglio a difesa delle sue posizioni in attesa di un attacco visto come ormai imminente. Di fronte a questa serie di insuccessi Auchinleck, nonostante sia riuscito a fermare Rommel, viene sostituito da Alexander il 15 agosto. Anche Ritchie viene sostituito: Churchill designa come suo successore Gott, che però viene ucciso dai tedeschi poco dopo. L’8° Armata passa allora sotto il comando del generale Bernard Montgomery, che decide che dovrà avere una schiacciante superiorità in termini di uomini, carri e artiglieria prima di intraprendere qualsiasi altra azione contro i tedeschi (cosa che in effetti già possedeva in buona misura).
Rommel era conscio del fatto che attendere non avrebbe giovato: col passare del tempo gli inglesi avrebbero finito per accumulare sempre più forze, al contrario di lui, e ogni sua residua speranza di aprirsi la strada verso Alessandria sarebbe del tutto svanita. Inoltre le sue riserve di carburante sono limitatissime, le scorte catturate a Tobruk si stanno esaurendo e le prede belliche prese in quella città (segnatamente i mezzi di trasporto di fabbricazione americana e inglese) sono al limite dell'usura; inoltre sa che un grande convoglio è atteso ad Alessandria per metà settembre. Egli quindi decide di attaccare per forzare le linee inglesi il più presto possibile: la data dell’offensiva è fissata per la fine di agosto.
Auchinleck prova a più riprese durante il mese di luglio (10, 14, 21, 27) a scacciare Rommel dalle sue posizioni ma non ottiene alcun risultato; l’8° Armata si ritira il 31 luglio a difesa delle sue posizioni in attesa di un attacco visto come ormai imminente. Di fronte a questa serie di insuccessi Auchinleck, nonostante sia riuscito a fermare Rommel, viene sostituito da Alexander il 15 agosto. Anche Ritchie viene sostituito: Churchill designa come suo successore Gott, che però viene ucciso dai tedeschi poco dopo. L’8° Armata passa allora sotto il comando del generale Bernard Montgomery, che decide che dovrà avere una schiacciante superiorità in termini di uomini, carri e artiglieria prima di intraprendere qualsiasi altra azione contro i tedeschi (cosa che in effetti già possedeva in buona misura).
Rommel era conscio del fatto che attendere non avrebbe giovato: col passare del tempo gli inglesi avrebbero finito per accumulare sempre più forze, al contrario di lui, e ogni sua residua speranza di aprirsi la strada verso Alessandria sarebbe del tutto svanita. Inoltre le sue riserve di carburante sono limitatissime, le scorte catturate a Tobruk si stanno esaurendo e le prede belliche prese in quella città (segnatamente i mezzi di trasporto di fabbricazione americana e inglese) sono al limite dell'usura; inoltre sa che un grande convoglio è atteso ad Alessandria per metà settembre. Egli quindi decide di attaccare per forzare le linee inglesi il più presto possibile: la data dell’offensiva è fissata per la fine di agosto.
Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /13: La fine della battaglia: Rommel viene fermato ad El - Alamein.

A questo punto Rommel commette un errore: spreca tempo utile nell’assedio di Bir Hakeim, che ormai nell’economia della battaglia è diventato un caposaldo pressoché ininfluente. L’assalto italo-tedesco riprende il 6 e si conclude solo il 10 giugno, quando due terzi dei difensori abbandonano la postazione e riescono a ripiegare nelle linee inglesi. L’11 giugno Rommel si lancia contro le linee inglesi, che tengono la linea che va dal saliente di El Gazala a El Adem passando per Knightsbridge. Il 13 riescono a sfondare quest’ultimo caposaldo riuscendo a penetrare fino ad Acroma e mettendo seriamente a rischio di accerchiamento l’intero XIII° corpo d’armata inglese (1° Divisione Sudafricana e 50° Divisione) che si trovava nei pressi di El-Gazala. La ritirata del XIII° corpo doveva essere effettuata in tempi rapidi se si voleva sfuggire. Dato che Auchinleck voleva evitare ad ogni costo che Tobruk venisse nuovamente assediata, quindi doveva restare una linea di difesa continua che dalla città portasse al confine egiziano, i britannici decisero di ritrarsi verso la frontiera egiziana. La condizione essenziale per tenere questa linea di difesa era che le forze britanniche conservassero el Adem (ad est di Tobruk). Il piano, già elaborato in precedenza, aveva il nome di “Freeborn”. Mentre le forze del XIII° Corpo di Gott si sarebbero ritirate verso la frontiera, le forze residue del XXX° corpo avrebbero coperto Tobruk, con l'aiuto della 10° Divisione Indiana, per il tempo necessario all'evacuazione della base logistica. Alle 7 di mattina del 14 giugno Gott dirama gli ordini per la ritirata delle sue forze. Il 15 le forze dell’Asse riescono a raggiungere la Via Balbia ma la 1° Divisione Sudafricana è già riuscita a passare (anche la 50° si salva facendo un lungo giro da ovest passando poi a sud di Bir Hakeim e raggiungendo infine il confine egiziano). Il 16 anche le forze rimaste a El-Adem vengono evacuate e la linea di fortini che avrebbe dovuto collegare Tobruk all’Egitto salta: Il 17 la piazzaforte è presa d’assedio; il 20 le sue difese vengono prese d’assalto e alla sera stessa la città si arrende. Gli Inglesi sono troppo disorganizzati e indeboliti per tentare un qualsiasi contrattacco: il giorno 21 giugno la 90° Leichtdivision è già a Bardia (sul confine egiziano) ed il giorno successivo Rommel varca il confine con l'Egitto occupando Sidi Barrani, il 29 giugno è preso il campo fortificato di Marsa Matruh. Gli inglesi ripiegano verso El-Alamein, semplice fermata della ferrovia in mezzo al deserto ma ottima posizione strategica: in quel punto infatti il tratto di terra che separa il mare dall’invalicabile depressione di El-Qattara è di soli 60 km. Il 30 giugno Rommel arriva davanti a El-Alamein; il 1° luglio attacca le forze inglesi, ma viene fermato dopo due giorni: come il vinto, anche il vincitore è sfibrato e tremendamente indebolito, incapace di ulteriori sforzi per il momento.
Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /12: La battaglia di El - Gazala.

L’offensiva tedesca ha inizio il 26 maggio proprio dove gli inglesi se lo aspettano, cioè dove Rommel con una serie di espedienti è riuscito a far credere loro: davanti El Gazala, vicino la costa. La mattina del 27 scatta l’attacco dell’AfrikaKorps che coglie i difensori del tutto alla sprovvista: la 3° brigata indiana è completamente sorpresa, il movimento aggirante riesce appieno respingendo alcuni contrattacchi inglesi; alla sera le avanguardie tedesche sono in vista della Via Balbia. L’unica nota stonata della giornata è il fallito attacco al fortino di Bir Hakeim: doveva cadere nelle prime ore ma resiste tenacemente, mettendo in pericolo le linee di comunicazione dell’ala tedesca. Il 28 la Trieste riesce ad aprirsi un varco nel campo minato fra le posizioni della 150° brigata (50° Divisione) e i francesi di Bir Hakeim, aprendo una pur accidentata nuova via ai rifornimenti. Rommel riesce a respingere alcuni attacchi britannici infliggendo ai nemici pesanti perdite ma resosi conto della criticità della sua posizione è costretto a richiamare le sue unità troppo esposte e il 29 le riorganizza in una testa di ponte fortificata, il cosiddetto Calderone, stabilita a ridosso della linea di sbarramento inglese vicino al varco aperto dalla Trieste; lo svantaggio della posizione è dovuto al fatto che ad Ovest, nel saliente difeso dai tedeschi, permane intatta la 150° brigata britannica. Gli Inglesi a questo punto sono convinti che l’attacco di Rommel si sia arenato e Ritchie elabora un piano per schiacciare Rommel nel Calderone; l’attacco sarebbe potuto partire solo il 4 giugno. Il generale tedesco intanto non perde tempo e il 31 maggio attacca il fortino di El-Ualeb dov’è asserragliata la 150° brigata e in due giorni la costringe alla resa. Il 2 giugno comincia l’assalto a Bir Hakeim, che resiste senza mostrare cenni di cedimento. Il 4 sera parte l’operazione “Aberdeen” che avrebbe dovuto distruggere i tedeschi nel Calderone ma che fallisce miseramente dopo poche ore a fronte di manovre errate e inadatte e alla superiorità tattica dei mezzi tedeschi (i potenti cannoni anticarro da 88 mm e i carrarmati PzKw III e IV) sebbene da qualche tempo gli Inglesi possano schierare anche i nuovi carrarmati americani Grant a fianco dei loro più deboli Matilda, Valentine e Crusader. La controffensiva tedesca fa strage delle forze britanniche; solo il fortino di Knightsbridge dove resiste la 22° brigata Guardie frustra i tentativi di Rommel verso Est.

Le operazioni militari in Africa Nord - Orientale /11: Piani di battaglia.
Gli Inglesi si fortificano: L’8a Armata costruisce una serie di capisaldi (box), ognuno dei quali è difeso da una brigata e protetto sul fronte rivolto verso il nemico da un sistema di campi minati. Il XIII° Corpo d’Armata del generale Gott, che comprende la 1° Divisione Sudafricana, la 50° Divisione di fanteria metropolitana e la 4° divisione indiana, è schierato a Nord del dispositivo difensivo; il XXX° Corpo d’Armata del generale Norrie, che comprende la 1° e la 7° Divisione Corazzata, la 22° Brigata Guardie e la 1° Brigata Francia Libera difende il dettore Sud. I capisaldi si estendevano dalla costa fino a circa 70 km all'interno, al bivio della pista di Bir Hakeim ed erano presidiati, partendo dalla costa, dalla 1° Divisione sudafricana, dalla 50° Divisione ed infine dalla 1° Brigata Francia Libera, che difendeva appunto Bir Hakeim. Le divisioni corazzate britanniche sono schierate dietro ai box della fanteria: la 1° Divisione Corazzata a nord, nei pressi di El-Adem e la 7° Divisione Corazzata a sud, per contrastare eventuali aggiramenti di Bir Hakeim. Più a Sud di Bir Hakeim è schierata la 3° Brigata indiana motorizzata.
Le forze dell'Asse sono schierate di fronte all' 8° Armata, con le divisioni di fanteria italiane Sabratha, Trento (XXI° Corpo d’Armata), Brescia e Pavia (X° Corpo d’Armata) dal mare verso l'interno. Queste forze sono numerose ma completamente non motorizzate, quindi praticamente immobili. D’altra parte gli unici rinforzi che Rommel riceve in 4 mesi sono la 15° Brigata Paracadutisti inviatagli dalla Grecia. Le sue forze sono risicate, quindi bisogna aprirsi la strada verso Alessandria prima che gli Inglesi accumulino un numero troppo elevato di truppe da contrapporgli.
Dall’altra parte Auchinleck è pressato dalle continue richieste di attaccare per riconquistare Bengasi ma temporeggia in attesa di completare tutti i preparativi, convinto che i tedeschi non avrebbero osato attaccare trovandosi già in forte inferiorità numerica in uomini e mezzi. Ma Rommel, come si è detto, la pensa diversamente. Il suo piano era relativamente semplice: mentre le fanterie avrebbero attuato degli attacchi diversivi lungo la parte centro-settentrionale del fronte la divisione motorizzata Trieste avrebbe attaccato la parte meridionale dello schieramento mentre l’Ariete avrebbe investito Bir Hakeim; l’AfrikaKorps (15° e 21° Panzerdivisionen, 90° Leichtedivision e 15° Brigata Paracadutisti) avrebbe aggirato il dispositivo Inglese a Sud di Bir Hakeim per accerchiare i difensori.
Le forze dell'Asse sono schierate di fronte all' 8° Armata, con le divisioni di fanteria italiane Sabratha, Trento (XXI° Corpo d’Armata), Brescia e Pavia (X° Corpo d’Armata) dal mare verso l'interno. Queste forze sono numerose ma completamente non motorizzate, quindi praticamente immobili. D’altra parte gli unici rinforzi che Rommel riceve in 4 mesi sono la 15° Brigata Paracadutisti inviatagli dalla Grecia. Le sue forze sono risicate, quindi bisogna aprirsi la strada verso Alessandria prima che gli Inglesi accumulino un numero troppo elevato di truppe da contrapporgli.
Dall’altra parte Auchinleck è pressato dalle continue richieste di attaccare per riconquistare Bengasi ma temporeggia in attesa di completare tutti i preparativi, convinto che i tedeschi non avrebbero osato attaccare trovandosi già in forte inferiorità numerica in uomini e mezzi. Ma Rommel, come si è detto, la pensa diversamente. Il suo piano era relativamente semplice: mentre le fanterie avrebbero attuato degli attacchi diversivi lungo la parte centro-settentrionale del fronte la divisione motorizzata Trieste avrebbe attaccato la parte meridionale dello schieramento mentre l’Ariete avrebbe investito Bir Hakeim; l’AfrikaKorps (15° e 21° Panzerdivisionen, 90° Leichtedivision e 15° Brigata Paracadutisti) avrebbe aggirato il dispositivo Inglese a Sud di Bir Hakeim per accerchiare i difensori.
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